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Briccola laguna veneziana h. 20 cm

15.00 

BRICCOLA LAGUNA VENEZIANA H.20 X 10 CM € 15 LAVORAZIONE ARTIGIANALE MADE IN ITALIA.

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La briccola laguna veneziana h. 20 cm (in veneziano bricoła) o anche bricola è una struttura nautica utilizzata per indicare le vie d’acqua (canali) nelle lagune di Venezia, Marano e Grado. È formata da due o più grossi pali di legno legati tra di loro e posti in acqua, conficcati nel fondale. La medesima struttura nella nomenclatura marinara internazionale viene chiamata anche duc d’albe o dalben o dolphin.In ambito portuale le briccole, nel senso di colonna di alaggio o ceppata, possono essere in acciaio e calcestruzzo e vengono denominate “mooring dolphins” se dotate di ganci di ormeggio, briccole di ormeggio, oppure “breasting” o “berthing dolphins” se dotate di “fender” per l’accosto delle navi, briccole di accosto.In ambito lagunare la briccola differisce dalla palina nella forma (ha più pali mentre la pałina è a un solo palo) e nella funzione (è principalmente un indicatore della via mentre la pałina si usa per l’attracco delle imbarcazioni). Lo scopo della briccola laguna veneziana h. 20 cm è segnalare alle imbarcazioni il limite della parte più profonda della laguna, navigabile senza rischi, guidandole nel loro percorso ed evitando che rimangano arenate in zone di acque basse. Sulla briccola laguna veneziana h. 20 cm possono essere installati cartelli di segnalazione o di indicazione delle direzioni.A Venezia una briccola caratteristica costituita da cinque pali e da un palo centrale più alto viene chiamata DAMA, questo tipo di briccola viene utilizzata per indicare l’inizio di un canale lagunare.Cenni storici sulle “briccole di Venezia”
“La città dei Veneti per volere della Divina Provvidenza fondata sulle acque, circondata dalle acquee protetta da acque in luogo di mura: chiunque pertanto oserà arrecare nocumento in qualsiasi modo alle acque pubbliche sia condannato come nemico della Patria e sia punito non meno gravemente di colui che abbia violato le sante mura della Patria.
Il diritto di questo editto sia immutabile e perpetuo”. La laguna di Venezia ha quasi 6000 anni. Al suo posto
c’era una pianura costituita da sedimenti trasportati dai fiumi, come la Brenta e il Piave, in seguito al fondersi
dei ghiacci dopo la fine dell’ultima glaciazione. Nei secoli che seguirono ci furono, e continuano ad esserci, fenomeni come l’abbassamento del suolo per il progressivo consolidamento dei depositi alluvionali fini e l’innalzamento del livello del mare. Il risultato di tutto ciò è stato l’allagamento di gran parte della pianura esistente con l’esclusione di alcune zone di terreno più elevato che sono diventate le isole della laguna di Venezia appena nata. Poi, i cordoni di dune costiere, formatisi grazie alle sabbie trasportate dai corsi d’acqua, sono divenuti il naturale confine tra l’Adriatico e la laguna. La laguna è separata dal mare aperto dai lidi. L’acqua entra dal mare ogni sei ore e riesce dopo altre sei. La città di Venezia si raccoglie e si proietta sui lidi, sulla gronda lagunare ed oltre, lungo i ghebbi e i canali, attraverso isole, barene, velme, valli e paludi, con un moto incessante che è quello delle maree. E attraverso l’acqua è il suo essere laguna e luogo urbano totale. I Fondatori, mediante i pali e l’azione del palificare, si sono però allargati quanto comportava il sito del luogo, supplendo al difetto della natura con l’arte. Briccola laguna veneziana h. 20 cm: segnali speciali, costituiti da pali o gruppi di pali, piantati nella laguna veneta, lungo i bordi dei bassi fondali e sporgenti dall’acqua in modo da indicare alle navi le rotte e i canali navigabili e servire eventualmente da ormeggio. Nella laguna di Venezia si trovano dei pali conficcati nel fondo chiamate briccola laguna veneziana a volte singoli (palina) a volte uniti a gruppi di tre o più (bricola). Servono per segnalare il limite tra un canale navigabile e la secca. Già dal 1439 esisteva una normativa relativa alle briccole e da allora nulla è cambiato eccetto che per l’applicazione di un catarifrangente, e talvolta di una luce, che aiuta la navigazione notturna. Il legno più adatto per le briccole è la rovere, quasi indistruttibile, anche se la marea e il moto ondoso prima o dopo hanno il sopravvento. Per segnalare l’inizio di un canale si ha una briccola con il palo centrale più alto degli altri. Altri tipi di paline sono quelle che si trovano all’interno dei canali cittadini con funzione di ormeggio. Talvolta sono variopinte con i simboli (“de casada”) della nobiltà veneziana. Pali e le palificazioni – e i palificatori – disegnano sull’acqua questa esperienza e con essi l’unità urbana della Laguna. Questi manufatti visibili ed emergenti dal fondo lagunare possono essere distinti schematicamente secondo due categorie e modalità d’uso: la prima, di tipo “dinamico” è quella connessa con la circolazione sull’acqua, di comunicazione e di trasporto. Si tratta delle palificazioni di “marginamento” e di segnalamento dei canali maggiori, percorribili con imbarcazioni. Sono segnali visivi continui, posti a distanza costante, la cui qualità dinamica è quella di accompagnare il moto delle imbarcazioni lungo gli itinerari. La seconda modalità d’uso, di tipo “statico”, è quella connessa al contenimento delle terre lungo i canali e l’edificazione delle fondazioni di edifici. Da queste ragioni dipende la grande diversità di tipi di “briccole”: il loro essere strutture fisse o mobili, a carattere precario o mobile, grezze o raffinate nella loro esecuzione tecnica che comporta sempre, per la natura del sito e del materiale, un alto grado di manualità e di esperienza artigianali. Attualmente, per l’approvvigionamento del legname per le “briccole” di Venezia, l’autorità del Demanio marittimo dello Stato si rivolge al mercato estero, particolarmente Francia, Paesi Balcani ed Europa del Nord. Un palo infisso in laguna dura in media circa 5 -10 anni, dopo di che deve essere sostituito perché corroso nel tratto che sta in corrispondenza dell’escursione di marea nel quale trovano il loro habitat naturale microrganismi ed una flora e fauna marina. Se la Laguna di Venezia è sopravvissuta per oltre undici secoli della sua storia è certamente perché in essa si è stabilito un tipo di equilibrio tra cultura delle popolazioni insediate e le caratteristiche di un ambiente sempre in trasformazione. Poiché non sarebbero stati sufficienti ne l’abilità degli idraulici ne la saggezza del Governo della Serenissima, da soli, a mantenerla in vita, senza un processo continuo di identificazione delle comunità con il proprio territorio. Il problema dell’equilibrio naturale o del rapporto dell’artificiale con il naturale si pone per questa via in termini sia quantitativi che qualitativi, per la realizzazione di un “ambiente totale di vita”.
La briccola laguna veneziana h. 20 cm si colloca in questo spazio fisico-culturale di conservazione e mutamento del territorio ed hanno tutti questi caratteri di oggetto architettonico.

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